sabato 28 settembre 2013

COMUNICATO STAMPA

Si è svolta nella mattinata di ieri, venerdì 27 settembre, presso il Parco regionale Saline di Punta della Contessa l’edizione 2013 di “Puliamo il mondo” organizzata da Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio”, in collaborazione con la società Monteco che ha fornito supporto tecnico con mezzi, strumenti e personale.

All’iniziativa, che ha un alto valore simbolico di sensibilizzazione al rispetto del territorio, hanno partecipato gli studenti di due classi della Scuola Media Statale “M. Pacuvio” di Brindisi. Studenti e volontari del locale Circolo Legambiente hanno raccolto vari sacchi di rifiuti, per lo più plastica, polistirolo e vetro. Un esempio di civiltà posto in essere dalle giovani generazioni.

venerdì 27 settembre 2013

Lettera aperta ai Consiglieri Comunali.
Gentili Consiglieri,
ancora una volta il Consiglio Comunale di Brindisi è chiamato a discutere sul polo energetico.
Il passato è costellato di ordini del giorno approvati, di accordi siglati e spesso violati.
La Convenzione del 1996, alla cui stesura la scrivente associazione ha offerto un significativo
contributo sia a Roma che a Brindisi, è l’emblema di atti sottoscritti e cancellati dal sonno
della ragione e delle coscienze (Decreti Ministeriali, nuove Convenzioni, Autorizzazioni
Integrate Ambientali che ne hanno annullato l’efficacia).
Il polo energetico installato nell’area industriale di Brindisi, che avrebbe dovuto avere una
potenza massima di 1.980 Mw in esercizio, oggi ha una potenza installata di 5.090 Mw
(2.640 Mw della Brindisi Sud, 1.280 Mw della Brindisi Nord, 1.170 Mw di Enipower) a cui
sono da aggiungere gli impianti di SFIR e fotovoltaici.
La situazione è evidentemente fuori controllo ed al danno si aggiunge la beffa della proposta
di Edipower – A2A relativa alla volontà di voler portare in combustione CSS-combustibile,
oltre che alla realizzazione di un costosissimo, se pur finanziato dalla Comunità Europea
come sperimentale e quindi non sottoposto a VIA, ed inefficace impianto di cattura di CO2
nella centrale Brindisi Sud (i livelli di emissione alla fine del 2011 erano ben superiori a quelli
disposti dal Protocollo di Kyoto).
Legambiente, che è stata fra le poche Associazioni che si sono costituite parte civile nei
processi in corso su carbone e fotovoltaico, Vi chiede di assumere urgenti provvedimenti che
prevedano, sinteticamente:
 Immediata adozione del Registro delle emissioni in città e del Piano di azione per l’energia
sostenibile così come previsto nel Patto dei Sindaci per le città sostenibili in Europa
sottoscritto dal Comune di Brindisi;
 Approvazione dei Piani per la “città intelligente – smart city” in cui la Smart Energy è
elemento fondamentale, finalizzata anche alla riduzione della potenza del polo energetico;
 Chiusura della centrale Brindisi Nord, avviando, con richiesta di deroga al Ministero
dell’Ambiente, lo smantellamento dei 2 gruppi già previsti dall’AIA e, quindi, dopo l’intero
smantellamento, e la relativa bonifica dell’area e, come da proposta di Legambiente e/o altre
alternative, alla creazione di un distretto tecnologico per l’energia rinnovabile (ricerca,
produzione di macchine e componenti, impianto termodinamico sul tipo del progetto
Archimede di Priolo, ma con ricorso a nanoantenne e nano tubi), impiegando nel distretto i
lavoratori Edipower;
 Ricorso nella centrale Brindisi Sud a carbone a bassissimo tenore di zolfo e ad alto potere
calorifico ed all’efficientamento energetico degli impianti, riducendo, come richiesto in
passato dal coordinamento delle Associazioni, del 30% il combustibile e la potenza in
esercizio (peraltro in ribasso per la ridotta domanda da coprire prioritariamente da fonti
rinnovabili). L’Associazione ribadisce la necessità dell’uscita progressiva da tutti i combustibili
fossili e la contrarietà a nuovi – più che riconvertiti – impianti termoelettrici, comunque
alimentati e, in assoluto, alal combustione di rifiuti e fanghi;
 Il monitoraggio sulla centrale Edipower, in particolare per le polveri sottili, gli NOx ed i
microelementi, che oggi sembra interessare pochi ed il controllo dell’esercizio della stessa
che, in origine, prevedeva due moduli ed uno in riserva tecnica;
 Un’azione istituzionale più incisiva da parte delle Istituzioni contro i criminali che hanno
sfruttato o “creato” le maglie larghe che hanno consentito, al contempo, scempi ambientali e
sociali, però promuovendo le fonti rinnovabili, l’efficienza ed il risparmio energetico, non
limitandosi semplicisticamente ad impianti fotovoltaici e di solare termico negli edifici (da
promuovere subito!)e prevedendo, nell’ambito di una seria pianificazione, impianti di
maggiore potenza e tecnologicamente più avanzati (termodinamico, nuovo eolico, moto
ondoso) in aree industriali ed anche rendendo autonomi borghi, aree commerciali e portuali.
Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio”

giovedì 26 settembre 2013

Le Fonti rinnovabili non sono al servizio degli “ecofurbi”.
Da molti anni Legambiente denuncia il modo in cui società di pochi scrupoli e con evidenti appoggi in Istituzioni pubbliche insediano, in Puglia, impianti fotovoltaici, costituendosi parte civile in procedimenti penali, fra i quali quello che a Brindisi ha portato al sequestro di impianti occupanti ben 120 ettari.
Da tempo Legambiente dedica profonda attenzione alle infiltrazioni criminose ben documentate nell’annuale rapporto sulle ecomafie ed all’odiosa “riduzione in schiavitù” di lavoratori extracomunitari impiegati nella costruzione di impianti.
L’Associazione, ancor prima che l’ex Presidente della Provincia sollevasse pubblicamente il caso, evidenziò che si stavano accorpando impianti inferiori ad un Mw e non sottoposti a V.I.A., ma alla ben più superficiale Dichiarazione di Inizio Attività (D.I.A.), per costruire insediamenti di considerevole dimensione, aggirando la Legge.
Oggi, fra arresti, avvisi di garanzia, iscrizioni nel registro degli indagati e sequestri di aree devastate dai lavori eseguiti e di beni, la questione assume dimensioni enormi che interpellano, fra l’altro, responsabilità ed assunzioni di provvedimenti da parte del Governo, della Regione Puglia e degli Enti locali; tutto ciò fatto salvo tutte le implicazioni di ordine ambientale che questi insediamenti comportano.
È troppo semplicistico prendere lo spunto da quanto accaduto per bloccare la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili e perpetuare, invece, la dipendenza da combustibili fossili (petrolio, carbone e metano) o per ridurre l’incidenza ai soli e tecnologicamente vecchi impianti fotovoltaici sui tetti di edifici e comunque da incentivare in maniera significativa.
Per raggiungere l’obiettivo della Energy Road Map europea al 2050 – e cioè l’80% dei consumi finali coperti da fonti rinnovabili – c’è bisogno di puntare su efficienza, risparmio energetico e taglio dei troppi consumi impropri sul fotovoltaico ed il solare termico negli edifici, ma anche su impianti di nuova generazione e di maggiore potenza in aree industriali ed in borghi da rendere autonomi dal punto di vista energetico.
Legambiente ha proposto, previa chiusura, smantellamento e bonifica della centrale Brindisi nord, un distretto tecnologico del rinnovabile, con all’interno anche un impianto solare termodinamico a tecnologia di concentrazione energetica, con il ricorso all’utilizzo di nanoantenne e nanotubi, per ridurre l’occupazione di suolo ed aumentare l’efficienza energetica. Questa proposta, congiuntamente a quella, eventualmente, di un impianto similare nell’area che era occupata dal ciclo di produzione del PVC, restano nodali per lo sviluppo sostenibile del territorio.
La lotta agli “ecofurbi” ed ai criminali è, e lo sarà sempre di più, portata avanti dall’Associazione nelle aule giudiziarie, incidendo nei procedimenti amministrativi, ma la green energy e la “sana” imprenditoria vanno sorretti se si vuole uscire dalla dipendenza dei combustibili fossili e raggiungere gli obiettivi energetici europei.
                                   Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio”

lunedì 23 settembre 2013

Il Circolo Legambiente “T. Di Giulio” di Brindisi organizza, venerdì 27 settembre 2013 dalle 9 alle 12, l’iniziativa nazionale “Puliamo il mondo 2013”, una giornata per la pulizia della spiaggia dell’area protetta “Saline di Punta della Contessa”. Parteciperanno due classi della Scuola media statale "M. Pacuvio" di Brindisi. 

martedì 17 settembre 2013

IN MERITO ALLE CONSIDERAZIONI DEGLI RSU DI EDIPOWER.

            Gli RSU di Edipower, nella loro nota riportata dai media di oggi, oltre ad evidenziare lo stato di crisi che attraversa il settore energetico, fanno un appello per affrontare le proposte avanzate dall’azienda, con la dovuta serietà e ponderatezza.
            Si condivide totalmente questa posizione e, senza alcuna demagogia, si ritiene che non è il caso di fare proclami e né di inventarsi soluzioni alla crisi occupazionale della Edipower facendo, per esempio, riferimento ad impossibili trasferimenti degli stessi lavoratori presso altre aziende (ancor meno presso la CTE Federico II che vive un’altra realtà di crisi occupazionale).
            In altra nota ho riportato che la Edipower /A2A ha tutto il diritto di presentare un “Piano di rilancio della centrale” che, in quanto differente nella tipologia dei combustibili previsti nell’AIA ottenuta dal Ministero dell’Ambiente, necessita del passaggio burocratico di una nuova procedura di VIA ed AIA; tali considerazioni, riportate antecedentemente (08/09/13) rispetto al comunicato stampa di Edipower (11/09/13), sono state, ritengo, del tutto recepite dall’azienda che ha annunciato la presentazione, entra la fine di settembre, di una nuova richiesta di AIA con l’utilizzo, come nuovo combustibile il CSS-Combustibile (se pur limitatamente al 10% in peso).
            Anche su questo combustibile è necessario fare chiarezza e condividere, se pur in parte, la posizione degli RSU; infatti, chi come il Sindaco, sicuramente non supportato dal proprio apparato tecnico-burocratico, afferma di non voler tutti i rifiuti RSU d’Italia (quotidiano del 13/9), sostanzialmente induce ad una non adeguata interpretazione sulla “trasferibilità” dei rifiuti.
            Le normative vigenti vietano che vi sia “trasferenza” di RSU da una regione ad altra e, quindi, almeno da questo punto di vista si è tranquilli.
            Le stesse norme, però, permettono la “trasferenza” regionale dei cosi detti “rifiuti speciali” che, se ottenuti dal trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani, possono circolare senza impedimenti; basterebbe solo “biostabilizzare” gli RSU per ottenere dei “rifiuti speciali” che, nel qual caso, non costituirebbero ancora un Combustibile Solido Secondario (CSS).
            Il recente adeguamento della normativa nazionale a quella comunitaria ha modificato la definizione e la composizione degli ex CDR (costituito da fibre tessili, legnose, carte, cartoni e da tutte le tipologie di plastiche) in Combustibile Solido Secondario (CSS), suddividendolo in 5 classi caratterizzate da tre differenti parametri: 1) potere calorifico, 2) contenuto in cloro e 3) contenuto di mercurio.
            Ancora più recentemente (marzo 2013) il governo Monti ha ritenuto (altro danno!) di inventarsi (non previsto in normativa comunitaria) il c.d. “CSS-Combustibile” e quindi autorizzare l’utilizzo come “combustibile” in cementifici e centrali elettriche con potenza nominale maggiore di 50 Mw; ha, per fortuna, limitato questo utilizzo alle sole prime tre classi per il potere calorifico ed il contenuto di cloro ed alla sola seconda classe per il contenuto di mercurio (la classificazione e decrescente, dalla migliore (1^) alla peggiore (5^).
            In definitiva, pur avendo sempre espresso il personale convincimento che tutte le componenti dell’ex CDR ed attuale CSS, sono recuperabili e possono costituire una concreta risorsa economica ed ambientale, resta il fatto che l’utilizzo del CSS-Combustibile, deve essere prodotto nelle classi richiamate per poter  essere portato in co-combustione.
            Per le esperienze vissute, viene spontaneo chiedersi: questo territorio è in grado di controllare la “qualità” del “combustibile” prodotto da rifiuto e destinato alla combustione?
            In merito poi all’appello della rappresentanza dei lavoratori a non fare demagogia ed operare con serietà e ponderatezza, non posso non evidenziare che Legambiente, a tal proposito, ha nel maggio scorso, fatto un apposito convegno ed avanzato delle proposte che, ancor più oggi, si ritengono del tutto compatibili con la situazione ambientale del territorio e con il possibile  incremento della forza lavoro di Edipower/A2A; tali proposte sono state riportare direttamente a A2A, in un incontro presso Legambiente nazionale, ed hanno suscitato un sicuro interesse da parte dell’azienda.  
            Legambiente ha proposto la realizzazione di una Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) nella quale andare ad inserire anche l’area della centrale Edipower, opportunamente riconvertita alla green economy; ci siamo anche spinti oltre, pur riconoscendo che non è il nostro compito e, sopperendo al “nulla”, abbiamo proposto la realizzazione di un “Distretto” che veda l’utilizzo dell’area per la produzione di energia pulita dal sole e con la tecnica del “termodinamico” (vedi centrale Archimede a Priolo), la realizzazione di una sezione di sperimentazione delle nanotecnologie da immettere sempre nell’ambito della green energy-economy (Università del Salento, Cittadella, ecc.) e, per ultimo, la promozione e commercializzazione di impianti innovativi per la produzione di energia verde.
            Ancor più tale progetto è fattibile nel momento in cui si pensa che è previsto da AIA lo smantellamento dei primi due gruppi e che Edipower ha ottemperato al totale pagamento delle quote relative alla sottoscrizione dello “Accordo di Programma” per la bonifica ed è quindi in totale possesso, senza vincoli, della proprietà.
            Francamente non mi sembra che quanto proposto sia demagogico e costituisca uno “slogan populista”; per tale ragione invitiamo noi l’azienda ad operare con la dovuta consapevolezza di operare su di un territorio che ha superato ogni limite di accettabilità di aziende “non compatibili”  ed a valutare la possibilità di un immediato utilizzo delle aree da bonificare, anche attraverso la nostra proposta che, sicuramente, può essere integrata da altre a compatibilità ambientale certa.
            Brindisi 16/09/2013                                                          prof. dott. Francesco Magno

                                                                                                         (direttivo Legambiente Brindisi) 

lunedì 2 settembre 2013

comunicato stampa Campo di volontariato presso il Parco regionale Saline di Punta della Contessa – Brindisi 22 – 31 agosto 2013

Dal 22 al 31 agosto si è svolto il primo Campo di volontariato di Legambiente Brindisi presso il parco regionale Saline di punta della Contessa, in collaborazione con l’Ufficio Parchi del Comune di Brindisi. 

Il campo ha visto protagonisti 10 giovani volontari provenienti da varie regioni italiane (Campania, Lazio, Toscana, Piemonte, Marche, Lombardia e Veneto) e due volontari del Circolo Legambiente Corfù. I volontari ospiti e quelli del Circolo Legambiente Brindisi “T. Di Giulio” hanno svolto attività di pulizia di parte della spiaggia e del tratto di strada che dalla Salina vecchia conduce alla spiaggia, posizionando 6 contenitori porta rifiuti messi a disposizione da Monteco. Sono stati raccolti oltre 60 sacchi di rifiuti che la Monteco ha provveduto a rimuovere: fra le tipologie più frequenti sono state riscontrate bottiglie in plastica, in vetro, contenitori in plastica di lubrificanti per motori, polistirolo, sedie da spiaggia. Alcuni spiaggianti hanno collaborato alla pulizia, testimonianza dell’opera di sensibilizzazione effettuata in particolare dai volontari del Circolo di Brindisi durante i mesi estivi. 

È stata realizzata una staccionata in legno e corda per impedire il passaggio dei veicoli a motore, che circolano ancora nell’area SIC – ZPS, nella zona antistante il punto di osservazione per disabili posto presso la Salina vecchia. Dal momento che questa si presenta in secca, si è proceduto alla raccolta di numerose cartucce di fucili a dimostrazione del fatto che nell’area parco sono ancora presenti attività di bracconaggio. È stata smontata una vecchia postazione in mattoni (effetto di un vecchio abbandono) realizzata per attività di bracconaggio: i mattoni sono stati riutilizzati e posizionati, su modello di muretto a secco, come barriera per impedire l’accesso allo stagno di mezzi a motore. I volontari hanno realizzato alcuni cartelloni di comunicazione che sono stati posizionati nell’area SIC – ZPS. 

Durante il campo, i volontari, coadiuvati dagli agricoltori, hanno prodotto la salsa e utilizzato i prodotti locali coltivati nell’area parco. 

Il campo ha rappresentato anche un momento di confronto e coinvolgimento degli agricoltori che devono necessariamente essere resi partecipi nella gestione del parco. Le attività svolte rappresentano un esempio di alcune attività che Legambiente Brindisi, con i propri volontari, propone per iniziare a tutelare il parco e ad una gestione di tipo bottom up: piccole azioni dimostrative che coinvolgano i vari stakeholder dell’area. 

Le attività svolte durante il campo e le relative proposte di tutela sono state illustrate all’assessore ai Parchi G. D’Onofrio, che fin dall’inizio ha sostenuto la proposta del campo di volontariato di Legambiente, concordando sulle iniziative di salvaguardia proposte.