martedì 1 ottobre 2013

Comunicato stampa

Il 30 settembre u.s. il Consiglio comunale di Brindisi ha convocato per l’11 novembre una seduta monotematica sul polo energetico e, nella stessa giornata, Edipower – A2A ha consegnato al Ministero dell’Ambiente la richiesta di “modifica” dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per la centrale termoelettrica Brindisi Nord.
La società elettrica, che ha consegnato in precedenza il Piano di adeguamento dell’AIA per guadagnare i due anni consentiti per avviare opere che non ha alcuna intenzione di fare, chiede di sottoporre a VIA e a revisione AIA la proposta di realizzare un gruppo da 300 Mw da alimentare con carbone (90%) e CSS (10% termici), asserendo che si otterrà una riduzione del 50% delle emissioni rispetto all’attuale impianto.
Sarebbe troppo facile rilevare, ironicamente, che passando da 640 Mw a meno della metà, le emissioni dovrebbero più che dimezzarsi, ma la verità è che la co-combustione di combustibili di ben diverso potere calorifico (di cui il  CSS-combustibile ricavato da rifiuti, che soltanto dalla presenza di materie plastiche ricava un aumento di potere calorifico) ha un impatto ambientale addirittura maggiore del solo carbone.
 Il CSS, peraltro, non è affatto vero che deriverebbe da filiera corta, in quanto vicino alla centrale vi sarebbe soltanto l’impianto di trasformazione in CSS di rifiuti provenienti da altrove; ciò viste le difficoltà amministrative e tecniche che si registrano sull’impianto comunale di produzione dell’ex CDR da RSU che, ci piace ricordarlo, è stato progettato nel 2000, realizzato nel 2006 e mai entrato in funzione.
Legambiente presenterà le proprie osservazioni critiche nell’ambito dei procedimenti AIA e VIA, ma ritiene necessario che le istituzioni, a cominciare dalla Regione Puglia, traducano la propria opposizione in una richiesta congiunta di chiusura, di smantellamento, di bonifica e di realizzazione di nuove opere; Legambiente ha già presentato la proposta di creazione di un Distretto tecnologico dell’energia rinnovabile (ricerca, produzione di impianti e componenti, impianto solare termodinamico al servizio di un’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) e di quella portuale).
Si allega la lettera aperta ai consiglieri comunali e si ricorda che, in presenza delle Autorizzazioni Integrate Ambientali soltanto l’azione congiunta di Istituzioni, forze politiche ed associazioni può consentire di costruire soluzioni alternative nell’area di Costa Morena, di ridurre sensibilmente potenza e carbone nella Centrale Brindisi Sud, di rispondere alla gestione criminale di insediamenti fotovoltaici nel contesto rurale con una programmazione virtuosa di impianti su edifici, ma anche con impianti in aree industriali e commerciali.

Brindisi, 1 ottobre 2013 

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