La recente presentazione del collegamento
Aeroporto – Stazione ferroviaria ha lasciato più di qualche perplessità nei
brindisini.
A tal proposito Legambiente ritiene che il
discorso vada ampliato alla intera mobilità urbana e presenterà, nelle prossime
settimane, la proposta che il gruppo di lavoro sta terminando (ma questo è un
altro discorso che affronteremo a breve).
In merito allo “Shuttle”, nome spaziale che sta ad
indicare molto più semplicemente un autobus che collega una nuova stazione da
realizzare presso l’ospedale “Perrino” all’aeroporto, Legambiente ritiene
l’opera assolutamente inefficace a garantire un buon collegamento fra due dei
tre più importanti luoghi di spostamento di massa ovvero aeroporto, ferrovie e
il trascuratissimo porto (sic!). Il trasporto su gomma, infatti, è nelle
politiche di mobilità urbana superato e deve essere ridotto e non incentivato.
Durante l’illustrazione del progetto (non presente
sul sito del Comune e del quale non è stata fornita alcuna copia in sintesi) è
stata data la paradossale asserzione che a sostegno dello shuttle (cioè del trasporto di passeggeri su gomma), ci sia anche
il fatto che i salentini preferiscono raggiungere l’aeroporto in auto: visto
che oggi il trasporto in pullman esiste già, senza costi faraonici connessi, ma
non è affatto pubblicizzata la fermata esistente a pochi passi dalla stazione
centrale di Brindisi, non basterebbe promuovere l’esistente a costo quasi zero?
La scelta di creare una stazione di scambio
all’ospedale “Perrino” non migliora affatto la qualità del collegamento
rispetto all’attuale situazione, stimolando il ricorso ad auto private rispetto
ai mezzi pubblici. Chi, non si sa perché, dovrebbe essere attirato dal
passaggio dall’automobile al bus al Perrino?
Nessuna controindicazione tecnica (attraversamento
della SS379, ad esempio) viene sollevata contro la creazione di una linea su
rotaia che per Legambiente è l’unica funzionale, se connessa al potenziamento
delle linee, dei servizi e dei mezzi pubblici di trasporto verso e dentro
Brindisi. Ricordiamo che una metropolitana leggera o di superficie, presente in
molte città italiane ed europee, può utilizzare la stessa banchina stradale
delle autovetture attraverso la regolamentazione semaforica.
Ventisette anni fa Legambiente donò all’allora
Sindaco Masiello un Piano della mobilità che coniugava il recupero dei percorsi
e sottopassi viari sottoutilizzati, piste ciclabili, la circolare del mare ed
una metropolitana di superficie che seguisse ed amplificasse le linee
ferroviarie.
Ennio Masiello, nell’apprezzare molto la proposta
disse, con la sua proverbiale ironia, che l’unico limite per Brindisi era il
basso costo dei lavori da eseguire.
Abbiamo sempre avuto bene in mente questo commento
quando sono stati presentati e sono naufragati piani dei trasporti e progetti,
quando anche i buoni propositi legati alla pianificazione per Area Vasta hanno
finito con l’essere contraddetti dalla solita scelta delle megaopere pubbliche
a scapito delle proposte di Legambiente e di altri.
Come l’efficientamento delle linee ferroviarie
esistenti, la creazione di varie stazioni nuove in area urbana e del tunnel
richiamato a Bari possano costare enormemente meno di quanto annunciato per
coprire 6 km su rotaia del tutto bocciati a Brindisi è del tutto
incomprensibile, ed incomprensibile è anche il fatto che a Bari abbiano scelto
il trasporto su rotaia che secondo i ben più “oculati” (?) fautori del trasporto
su gomma a Brindisi sarebbe antieconomico. E se ciò fosse vero – e non lo è –
perché gli oculati difensori delle risorse finanziarie pubbliche non si sono
limitati a migliorare, pubblicizzare e diversificare come collocazione fisica
(a ridosso della stazione ferroviaria) e
con possibili stazioni di scambio con bus urbani ed extraurbani, quale è
l’attuale fermata del bus di collegamento con l’aeroporto?
Legambiente non ha ostacolato in fase preliminare
il progetto, per evitare il blocco dell’erogazione dei 40 milioni di euro, ma
oggi, chiede alla Amministrazione Comunale di aprire una consultazione sul
progetto, prima di procedere alla fase di esproprio non avviata dei terreni
privati, ovviamente non realizzabili nei tempi indicati per l’inizio dei lavori
(1/9/2014).
L’Associazione annuncia la presentazione di
osservazioni e proposte alternative sia nel merito tecnico, sia affinchè sia
evitata qualsiasi successiva azione di sottoposizione del bilancio
costi-benefici alla verifica contabile.
Durante la presentazione dell’opera è stato
perfino quantificato in 115 milioni di euro la progettazione di una
metropolitana leggera che utilizzi le linee ferrate esistenti e le colleghi
all’aeroporto.
Evidentemente
non si conoscono i costi (70 milioni di euro preventivati ed 81 milioni a
consuntivo) della metropolitana che attraversa la città di Bari e sue frazioni
collegandola con l’aeroporto da estendere, in seguito, fino al porto. L’amplissima
metropolitana (che si riconnette con la metropolitana urbana inaugurata nel
2008) è lunga
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