Come
riportato dai media, la Provincia di Brindisi, oltre la giusta
“insofferenza”
evidenziata dal Comune di Ostuni in merito alla gestione dell’area
industriale affidata al Consorzio ASI, ha deciso di uscire dal
Consorzio stesso che, sostanzialmente, rappresenta oggi un inutile
orpello per le aziende insediate e per la stessa programmazione dei
territori comunali, spesso impedita dalla presenza di strumenti di
pianificazione dell’ASI differenti rispetto alle necessità di
gestire il territorio e dannosi per le stesse aziende.
Fin
dal 2010 Legambiente ha sollecitato la Regione Puglia al ripristino
di una normativa regionale (L.R. 2/2002) che prevedeva, in
ottemperanza al D.Lgs 112/98 (Decreto Bersani), la costituzione nelle
aree industriali di un’Area
Produttiva Ecologicamente Attrezzata
(APEA); infatti, la L.R. n. 2/2002, demandava ai Comuni che
intendessero realizzare “Aree
produttive ecologicamente attrezzate”,
tutte
le funzioni amministrative e gestionali delle aree industriali,
prevedendo, inoltre, l’abolizione degli allora Consorzi SISRI e
l’immediato commissariamento.
Nessuno
dei comuni appartenenti all’allora Consorzio SISRI (Brindisi,
Ostuni, Fasano e Francavilla Fontana) ha ottemperato alla possibilità
offerta dalla Regione;
ciò
fino all’emanazione della L.R.
2/2007
con la quale la Regione regolava “l’Ordinamento
dei Consorzi per lo sviluppo industriale”,
identificati nelle 5 province pugliesi, eliminava i commissariamenti
effettuati ed abrogava la precedente L.R. 2/2002.
Di
fatto impediva la costituzione delle A.P.E.A., mantenendo la gestione
“politica” di un Ente economico, denominandolo “Consorzio ASI”.
Vi
era, quindi, da parte della Regione un’evidente inottemperanza
rispetto al Decreto Bersani (D.Lgs 112/1998) che demandava alle
Regioni la costituzione delle APEA.
Le
Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) rappresentano,
infatti, la migliore garanzia per superare le attuali difficoltà,
attraverso la costruzione di nuove “reti
di impresa”,
territoriali
e tematiche;
in
tale contesto le APEA rappresentano
(come avviene in molte altre Regioni) un
modello innovativo ed efficace di supporto alla produzione, alla
competitività e all’innovazione; in
definitiva: ottimizzare
i processi produttivi “core”,
esternalizzare i processi “no
core”,
risparmiare migliorando l’assetto gestionale e quello di impatto
ambientale, ecc. il tutto per recuperare competitività.
Legambiente
ha molto insistito perché la normativa regionale fosse adeguata a
quella nazionale in merito alla realizzazione delle APEA (non ultimo
il Convegno tenutosi nella sala Consiliare della Regione il 27 giugno
2013 dal titolo “ Anche
in Puglia è tempo di A.P.E.A.”
ed il recente Convegno di Legambiente del 20/02/2015 in Brindisi) e
la
Regione Puglia ha compensato le mancanze normative fornendo,
finalmente, uno strumento attuativo.
Infatti
la
Regione ha approvato e pubblicato (Burp del 23/03/2015) il “Piano
Paesaggistico Territoriale Regionale”
(P.P.T.R.)
e nell’obiettivo
generale n. 11 prevede la realizzazione di “Aree
Produttive
Paesaggisticamente
ed Ecologicamente
Attrezzate”
(A.P.P.E.A.); in
sostanza, la Regione aggiunge solo il termine “Paesaggisticamente”
alla consolidata APEA in quanto le
attuali aree produttive presentano forti criticità ambientali, di
edilizia, di urbanistica e paesaggistica.
La
Regione, con il
PPTR (Piano
Paesaggistico Territoriale Regionale)
affronta il problema delle strutture produttive sul territorio
ponendosi l’obiettivo di ridurre le criticità e producendo delle
“Linee Guida” per le aree produttive paesaggisticamente ed
ecologicamente attrezzabili (APPEA) che costituiscono
un’evoluzione inclusiva dei temi paesaggistici, della qualità
edilizia e dei temi della produzione energetica delle tradizionali
APEA.
Oggi
è quindi possibile svincolarsi dal “Consorzio ASI” attraverso la
costituzione di un’APPEA.
In
definitiva, il
percorso da seguire per rendersi autonomi e realizzare sul proprio
territorio una APPEA,
con
il diretto coinvolgimento delle aziende insediate,
passa
attraverso la redazione, da parte del Comune del “Piano
per la riconversione delle aree produttive”
che
dovrà essere sviluppato seguendo le apposite “Linee Guida”
regionali.
Legambiente,
quindi, con questa e con altre azioni che sono in fase di
preparazione, intende sollecitare, come ha correttamente fatto la
Provincia, i
Comuni appartenenti al Consorzio ASI a ridurre la spesa pubblica e
ad essere artefici del “governo” del proprio territorio, rendendo
realmente protagoniste le aziende insediate, attraverso
le forme giuridiche consentite,
di recuperare competitività e crescita anche attraverso i canoni
della “green economy”.
Legambiente
ritiene sia necessario ridurre al massimo la gestione “politica”
di quegli Enti Economici che, in quanto totalmente svincolati dagli
Enti elettivamente costituiti, rappresentano un reale freno alla
“governace” del territorio da parte di chi ne ha titolo ed
impediscono lo snellimento delle procedure di gestione, a danno delle
aziende insediate, rallentandone e/o impedendone quello sviluppo al
quale le stesse aziende ambiscono.
Legambiente Brindisi