venerdì 20 dicembre 2013

COMUNICATO STAMPA
Il Consiglio Comunale convocato per discutere sul polo energetico è stato ulteriormente rinviato alla fine di gennaio e ciò aumenta le perplessità di chi sa bene quanto inefficaci siano appuntamenti che si concludono, nella migliore delle ipotesi, con l’approvazione di ordini del giorno.
La storia del polo energetico è costellata di riunioni di Consiglio comunale in cui si sono approvati ordini del giorno, che, per loro stessa natura, avevano il difetto di non produrre atti concreti.
Oggi, il Consiglio Comunale serve a condizione che sia preceduto da atti formali non rinviabili, quali la presentazione delle osservazioni nell’ambito della procedura VIA in corso (endoprocedimento nell’AIA) contro il progetto Edipower–A2A di realizzare un gruppo da 300 Mw alimentato da carbone (90%) e CSS (10%), contestualmente impegnandosi perché siano concordati smantellamento dei gruppi (subito del 1° e del 2°), bonifica del sito e suo futuro (Legambiente ha, da tempo, proposto un distretto tecnologico dell’energia rinnovabile). Il Consiglio va anche preceduto dall’approvazione del registro delle emissioni e dal piano per l’energia sostenibile, passaggi senza i quali si esce dal Patto per le città sostenibili in Europa sottoscritto dal Commissario Prefettizio nel 2012 e si perdono fondi europei a cui si avrebbe diritto di accesso prioritario.
Il Consiglio Comunale è importante se preceduto da questi atti e se si desse mandato al Sindaco e si intervenisse pubblicamente e formalmente per esprimere netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di trasferimento del gasdotto TAP nel territorio di Brindisi ed a qualsiasi pretesto strumentalmente legato ad una insostenibile alimentazione a metano della centrale Brindisi sud (centrali di cogenerazione, tecnicamente molto più avanzate e molto meno inquinanti di quella di Cerano sono in profonda crisi), centrale che oggi è in esercizio con una potenza quasi dimezzata (a causa del calo vistoso della domanda e della copertura primaria di essa con fonti rinnovabili): la proposta del Presidente della Regione Puglia di ridurre del 20% il combustibile e le emissioni rispetto a quanto disposto nell’AIA è, nei fatti, insufficiente, ma perché si vada oltre (a tutti ricordiamo che l’Enel è in possesso dell’AIA che lo blinda) è necessario creare quella concertazione che è risultata essere tanto efficace nel caso del terminal di rigassificazione.