giovedì 17 luglio 2014

PATTO DEI SINDACI: OCCASIONE PERDUTA?


Si è svolto l'incontro in cui la società Ernst & Young ha chiesto la partecipazione alla costruzione del “Patto dei Sindaci per le città sostenibili in Europa” nell'Area vasta Brindisina.
Erano quasi completamente assenti gli stakeholders invitati ed i rappresentanti politici ed istituzionali. Nell'incontro Legambiente ha ribadito le critiche per la mancata consultazione preventiva sull'impostazione e sull'affidamento dei lavori, ricordando, fra l'altro, che l'adesione al Patto dei Sindaci, come d'altronde l'atto formalizzato più di due anni fa dal Commissario prefettizio dimostra, è impegnativa per i singoli Comuni firmatari dell'impresa e non per organismi di raccordo quale l'Area Vasta.
 La realizzazione dell'inventario delle emissioni e del “Piano d'azione per l'energia sostenibile” (PAES), oltre al successivo Piano Energetico Comunale (PEC), gia previsto dalla L. 10/1991, non possono che essere riferite alle singole città aderenti, in considerazione delle specifiche tipicità e criticità e degli indicatori che  rappresentano gli ecosistemi urbani e gli impatti su di essi; non esiste quindi un “pensiero unico” a cui richiamarsi nell'Area Vasta brindisina e, in particolare, non ha alcun senso comune e scientifico un PAES su Brindisi che non analizzi in modo integrato città, porto e area industriale, contrariamente a quanto affermato da Ernst & Young che esclude dall'inventario delle emissioni qualsiasi lettura integrata con i grandi impianti; è evidente che per l’area di Brindisi, ad esclusione dei 7 grandi impianti inseriti nella normativa ETS (ENEL, Edipower, ecc.) ve ne sono molti altri che vanno necessariamente inseriti nel “Piano Territoriale” del comune di Brindisi, previsto nel “Patto dei Sindaci”.
I dati da riportare nell'inventario sono ampiamente disponibili preso l'ARPA e comunque consultabili in rete, così come quelli sui consumi energetici, ma il lavoro da compiere per il Patto dei Sindaci è altra cosa.
È bene ricordare che la base fondante del Patto dei Sindaci è il documento “Energia per un mondo che cambia”, approvato dall'Unione Europea il 9/3/2007: in esso si fissano gli obiettivi della riduzione di CO2 del 20% e dei consumi energetici del 20% grazie ad efficientamento e risparmio, con il 20% dei consumi di energia elettrica da coprire con le fonti rinnovabili. Tali obbiettivi vengono portati all'80% nel “Energy road map” al 2050.
Altro fondamento del Patto dei Sindaci” e della “Carta di Lipsia” era la “Carta di Aalborg”, sulla cui base sono state redatte le “Agende 21”, anche a Brindisi, ma di tale indispensabile strumento conoscitivo non c'è traccia nella documentazione presentata da “Ernst & Young” (come, d'altronde, del progetto POMA e del Piano di risanamento dell'Area ad elevato rischio di crisi ambientale, rispetto alla quale soltanto avrebbe potuto essere giustificata la forzatura di allargare le competenze ad un'Area vasta).
Va anche ricordato ciò che è previsto nel Protocollo di Kyoto, da cui sono scaturiti Decreti, quale quello del Governo italiano del 2006, che impongono, contrariamente da quanto affermato da Ernst & Young, obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per singola fonte, avendo come riferimento i valori registrati nel 1990.
L'Unione Europea, nel fissare gli obiettivi al 2020 ed al 2050, non ha minimamente pensato di parcellizzare inventario delle emissioni ed impegni per la riduzione di esse e dei consumi per singoli comparti, tanto è vero che a tali obbiettivi sono strettamente connessi quello di ridurre sensibilmente le produzioni elettriche da impianti termoelettrici che abbiano come combustibili petrolio, carbone e gas e di portare l'incidenza delle fonti rinnovabili fino all'80%.
Come si può pensare di rendere credibile un inventario delle emissioni ed il PAES per Brindisi se nell'impostazione e nel lavoro fino ad ora condotto, si prescinde dalla analisi emissiva massica degli impianti esistenti (Sfir, Fiat Avio, Aventis, ecc.) e comunque essenziali ai fini del raggiungimento degli obiettivi di riduzione e necessari per una pianificazione territoriale in una visione integrata Città-Porto-Area industriale?
Quando ha deciso il Comune di Brindisi, che ha formalizzato la propria adesione al Patto dei Sindaci nel 2012, di abdicare dai propri diritti-doveri per affidare i propri compiti all'Area Vasta brindisina?
Sfugge forse che tutta la documentazione da trasmettere deve avere l’avallo del Consiglio Comunale che, se pur assente, nel periodo di commissariamento, deve oggi ratificare le attività e le procedure da seguire per il Patto.
Legambiente fa pressante appello al Comune di Brindisi, alle forze politiche e sociali ed a tutti gli stakeholders interessati, affinché, leggendo attentamente disposizioni, obblighi (compreso quelli temporali fino ad ora non rispettati) e soprattutto opportunità contenute nel “Patto dei Sindaci per le città sostenibili in Europa” si faccia in modo che sia il Comune di Brindisi ad appropriarsi del proprio ruolo e rediga l'inventario delle emissioni ed il PAES sulla base dei dati, delle analisi e della prospettazione degli obiettivi su Città-Porto-Area Industriale ed acceda, grazie ad un Piano credibile, agli ingenti finanziamenti che la UE mette a disposizione in via prioritaria per i Sindaci che rispettino quanto disposto nel Patto richiamato.

                                                           Direttivo Legambiente Brindisi Circolo “T. Di Giulio”