L’invio di osservazioni sul Piano
Comunale della Costa (PCC) non è semplicemente l’esercizio di diritti
legittimi, ma rappresenta un contributo essenziale in un procedimento amministrativo,
democratico e trasparente e merita la dovuta attenzione nella lettura, ancor
prima di esprimere considerazioni non dirimenti.
Legambiente, nel corso dei tanti
anni trascorsi dall’affidamento degli incarichi profes-sionali, fin dal 1983,
ha sollecitato la definizione dell’iter autorizzativo del “Piano della Costa”
legato al PRG (Piano Regolatore Generale) ed ha sempre evidenziato il fatto che
l’assenza del Piano favoriva la discrezionalità nell’esame di progetti, a
cominciare da quelli concernenti insediamenti turistici, ma soprattutto un
dilagante abusivismo edilizio.
Siamo, quindi, d’accordo con il
Sindaco quando afferma che vi sono state “vecchie
cupole brindisine” che hanno ricavato vantaggi dalla situazione, ma proprio
per questo Legambiente ha presentato puntuali osservazioni per giungere
all’approvazione di un PCC che risulti inattaccabile e sani ciò che è
legittimabile e cancelli ciò che resta abusivo e di grande impatto su ambiente
e paesaggio.
Cos’è, secondo il Sindaco, “inutile ed incomprensibile” nelle
osservazioni di Legambiente?
Legambiente ha chiesto di definire
se il PCC va, come gli interventi previsti richiederebbero, in variante al PRG
o se, più adeguatamente, si collochi all’interno del PUG; la decisione di
portarlo in discussione nella Conferenza di co-pianificazione dello stesso PUG
ci sembra che accolga la nostra richiesta.
Nel PCC si stabiliscono vincoli e
regole riguardanti progetti futuri ma, non ci sono decisioni concernenti
l’esistente, a cominciare dalle sanatorie possibili di insediamenti abusivi,
dall’abbattimento che ciò che è costruito a ridosso della falesia, della
macchia mediterranea e/o di aree sottoposte a vincoli e/o dalla risoluzione
delle questioni inerenti insediamenti turistici.
Il previsto “processo di recupero e risanamento”, che è il principale obiettivo
del PCC, come si può conseguire in assenza di queste decisioni?
Legambiente ha chiesto, invece di prevedere genericamente nuovi
insediamenti per attività di ristoro, recettive, per centri benessere e/o musei
del mare itineranti, di definire destinazione d’uso e fruizione di beni ed aree
demaniali trasferite al comune.
Legambiente ha anche chiesto che la
“mobilità dolce” interessi l’intera
litoranea e, priorita-riamente, quella a Sud, continuamente attraversata da
autotreni a ridosso dell’area Parco “Stagni
e Saline di Punta della Contessa” invece della sola area fra Punta Penne ed
Apani.
Legambiente, nel pieno rispetto
della legge regionale 17/2006 ha chiesto di monitorare equilibri ambientali e
paesaggistici ed indici urbanistici ed edilizi, ma a valle delle scelte
ineludibili sull’esistente e nell’ambito del recupero e del risanamento delle
aree su cui insistono insediamenti non sanabili.
Legambiente nel ribadire che il PCC
è uno strumento utile e necessario per la pianificazione territoriale, conferma
la piena disponibilità al confronto nel rispetto dei contributi ricevuti e
nell’ambito dello strumento urbanistico generale (PUG) di riferimento.
Direttivo
Legambiente Brindisi