Visualizzazione post con etichetta PCC. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta PCC. Mostra tutti i post

giovedì 25 settembre 2014

nota sull'assemblea per Piano Comunale della Costa

COMUNICATO STAMPA
L’assemblea del 26 settembre p.v. rappresenta un’utile occasione in cui l’Amministrazione Comunale di Brindisi potrà presentare la bozza del Piano della costa: l’iniziativa, ovviamente, non viene organizzata per esaurire quella costruzione partecipata che non può non caratterizzare l’iter formativo del Piano e non sostituisce e non ingloba il confronto di merito sulle osservazioni che sono state trasmesse nei termini di legge.
Legambiente ha più volte ribadito che le proprie osservazioni sono un contributo per la definizione  di un Piano che, come lo stesso assessore comunale all’Urbanistica ha riconosciuto, deve riguardare la fascia demaniale, probabilmente da riscrivere alla luce degli effetti erosivi sulla linea di costa (e, quindi, anche sui lidi).
Legambiente si è, però, dichiarata, come precisato nelle osservazioni, a discutere una pianificazione entro i 300 metri dalla linea di costa, con l’obbligo in quel caso di decidere in merito all’esistente (insediamenti abusivi sanabili o da abbattere, il caso “Acque chiare”, beni demaniali acquisiti, prima di ipotizzare opere nuove anche in ragione della individuazione conseguente degli indici urbanistici).
In ogni caso, quanto sopra e la previsione di diversa viabilità (la “mobilità dolce” prioritariamente dovrebbe riguardare la Litoranea Sud, percorsa di continuo da mezzi pesanti, che attraversa il Parco regionale “Saline e stagni di Punta della Contessa”) non possono essere regolamentati nel Piano della Costa, ma nel PUG, il cui iter (che avrebbe dovuto essere concluso entro 150 giorni dall’approvazione del Documento Programmatico Preliminare il 23 agosto 2011) deve essere fortemente accelerato.

È assolutamente condivisibile l’obiettivo di “innescare un percorso di recupero e risanamento complessivo” (Titolo I, art.2, PCC), ma proprio per questo il Piano della Costa va strettamente connesso al PUG e va meglio delineato quel monitoraggio puntuale prescritto dalla legge e dal Piano Regionale, anche per quel che riguarda la contestualizzazione del rapporto 60% pubblico e 40% privato nell’individuazione di lidi sul litorale (fermo restando che dal novero totale vadano escluse alle facenti parte di Parchi nazionali e regionali).

giovedì 14 agosto 2014

Piano Comunale Costiero: favorevoli a condizione che ……..

            L’invio di osservazioni sul Piano Comunale della Costa (PCC) non è semplicemente l’esercizio di diritti legittimi, ma rappresenta un contributo essenziale in un procedimento amministrativo, democratico e trasparente e merita la dovuta attenzione nella lettura, ancor prima di esprimere considerazioni non dirimenti. 
            Legambiente, nel corso dei tanti anni trascorsi dall’affidamento degli incarichi profes-sionali, fin dal 1983, ha sollecitato la definizione dell’iter autorizzativo del “Piano della Costa” legato al PRG (Piano Regolatore Generale) ed ha sempre evidenziato il fatto che l’assenza del Piano favoriva la discrezionalità nell’esame di progetti, a cominciare da quelli concernenti insediamenti turistici, ma soprattutto un dilagante abusivismo edilizio.
            Siamo, quindi, d’accordo con il Sindaco quando afferma che vi sono state “vecchie cupole brindisine” che hanno ricavato vantaggi dalla situazione, ma proprio per questo Legambiente ha presentato puntuali osservazioni per giungere all’approvazione di un PCC che risulti inattaccabile e sani ciò che è legittimabile e cancelli ciò che resta abusivo e di grande impatto su ambiente e paesaggio.
            Cos’è, secondo il Sindaco, “inutile ed incomprensibile” nelle osservazioni di Legambiente?
            Legambiente ha chiesto di definire se il PCC va, come gli interventi previsti richiederebbero, in variante al PRG o se, più adeguatamente, si collochi all’interno del PUG; la decisione di portarlo in discussione nella Conferenza di co-pianificazione dello stesso PUG ci sembra che accolga la nostra richiesta.
            Nel PCC si stabiliscono vincoli e regole riguardanti progetti futuri ma, non ci sono decisioni concernenti l’esistente, a cominciare dalle sanatorie possibili di insediamenti abusivi, dall’abbattimento che ciò che è costruito a ridosso della falesia, della macchia mediterranea e/o di aree sottoposte a vincoli e/o dalla risoluzione delle questioni inerenti insediamenti turistici.
            Il previsto “processo di recupero e risanamento”, che è il principale obiettivo del PCC, come si può conseguire in assenza di queste decisioni?
               Legambiente ha chiesto, invece di prevedere genericamente nuovi insediamenti per attività di ristoro, recettive, per centri benessere e/o musei del mare itineranti, di definire destinazione d’uso e fruizione di beni ed aree demaniali trasferite al comune.
            Legambiente ha anche chiesto che la “mobilità dolce” interessi l’intera litoranea e, priorita-riamente, quella a Sud, continuamente attraversata da autotreni a ridosso dell’area Parco “Stagni e Saline di Punta della Contessa” invece della sola area fra Punta Penne ed Apani.
            Legambiente, nel pieno rispetto della legge regionale 17/2006 ha chiesto di monitorare equilibri ambientali e paesaggistici ed indici urbanistici ed edilizi, ma a valle delle scelte ineludibili sull’esistente e nell’ambito del recupero e del risanamento delle aree su cui insistono insediamenti non sanabili.
            Legambiente nel ribadire che il PCC è uno strumento utile e necessario per la pianificazione territoriale, conferma la piena disponibilità al confronto nel rispetto dei contributi ricevuti e nell’ambito dello strumento urbanistico generale (PUG) di riferimento.
                                                                                                             Direttivo Legambiente Brindisi