mercoledì 19 marzo 2014

CONSIGLIO MONOTEMATICO: UNA TRAGICA FARSA!
Quando, sei mesi fa, fu chiesta la convocazione di un consiglio monotematico sul polo energetico dicemmo che, ricordando la lunga serie di simili appuntamenti infruttuosi, il rischio era quello di fare passerella e di produrre un ordine del giorno formalmente inefficace.
La realtà, come spesso accade in politica, va oltre le peggiori previsioni: sei lunghi mesi non sono serviti a trovare una posizione unitaria e, perfino posizioni ufficializzate, quali quelle relative alla chiusura della centrale termoelettrica Brindisi Nord contenute nel documento programmatico del centrosinistra ed in dichiarazioni ripetute di esponenti di primo piano del PD, sono state rinnegate dal voto su un documento, francamente sconcertante, che ha lo scopo di tenere in piedi la maggioranza.
Come si fa a sostenere che la materia va “approfondita” mentre è in corso la procedura VIA sul progetto di co-combustione di carbone e CSS presentato da Edipower–A2A, procedimento che, nell’assenza inquietante dell’Amministrazione Comunale, potrebbe presto chiudersi con il riconoscimento del giudizio di compatibilità ambientale positivo?
È assordante il quasi silenzio generale di consiglieri sul mancato invio delle osservazioni del Comune di Brindisi nell’ambito della VIA in corso o sulla scappatoia della richiesta di convocazione di una conferenza di servizi regionale (ricordate il grandissimo clamore delle audizioni sul gasdotto TAP?): ricordiamo che soltanto Legambiente e l’Amministrazione Provinciale (forse perché guidata da un Commissario Prefettizio non condizionato dai giochi politici locali?) hanno inviato osservazioni e che si potrebbe giungere rapidamente ad una conferenza decisoria a Roma.
È paradossale che siano discussi e bocciati ordini del giorno su bonifiche, strumenti di monitoraggio ed epidemiologici in campo ambientale e sanitario e ricorso a programmi di finanziamento europei e che nessuno abbia rilevato il mancato rispetto del principale strumento di pianificazione e di  accesso prioritario (disposto nelle norme comunitarie) che è il Patto dei Sindaci per l’energia sostenibile in Europa, nel quale erano prescritti il Registro delle emissioni ed il Piano d’azione per l’energia sostenibile.
Abbiamo assistito ad una nuova tragica farsa che offende la dignità dell’intera comunità e, in primo luogo, quella dei lavoratori ai quali si continua a far credere che i loro diritti siano in contrasto con quelli alla salute ed all’ambiente. Ad essi ricordiamo le vicende di EVC e di Dow Chemical che, come potrebbe accadere ora, hanno potuto “tranquillamente” fuggire da Brindisi non rispondendo del danno ambientale, non bonificando l’area occupata dagli impianti e mettendo in mezzo alla strada i lavoratori. Anche pensando ai risvolti occupazionali noi continueremo a portare avanti la proposta di Distretto tecnologico dell’energia rinnovabile nell’area occupata dalla centrale Brindisi Nord, di un ulteriore impianto termodinamico nel petrolchimico e di alternative “smart” rispetto all’attuale produzione chimica, quali punti nodali, accanto alla bonifica dell’area S.I.N., della costruzione di quell’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) più volte dettagliatamente descritta e recepita anche nel Piano paesaggistico regionale. Continueremo anche ad indicare nuove opportunità offerte da disposizioni di legge e programmi comunitari e (purtroppo ne siamo convinti) a denunciare il mancato ricorso istituzionale a tali risorse.
Lo faremo perché la tanta gente che ci ha seguito nella lunga lotta contro il terminal di rigassificazione ci trasmette ancora l’ottimismo della volontà che si contrappone a quel crescente pessimismo che il quadro politico-istituzionale locale stimola sempre più.